Monaco di Baviera, 26.07.2014 Il saluto del presidente del Comites di Monaco di Baviera alla festa "Wir sind Europa - L'Europa siamo noi" Il saluto (nell'originale e in traduzione) alla festa organizzata nella centrale Odeonsplatz di Monaco di Baviera dal Consolato Generale, in occasione del semestre della Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea. Claudio Cumani, presidente del Comites di Monaco di Baviera
Sehr geehrter Oberbürgermeister der Stadt München, Herr Dieter Reiter
Vor 100 Jahren, am 28. Juli 1914 begann mit der Kriegserklärung von Österreich-Ungarn an Serbien der erste Weltkrieg. Ein Krieg der dazu führte, dass Europa sich selbst zerstörte. Ein Kontinent verlor seine internationale Vormachtstellung. 31 Jahre danach, am Ende des zweiten Weltkrieges, fand sich Europa als Randfigur in der Weltpolitik wieder, die nunmehr von den beiden Supermächten USA und Sowjetunion dominiert wurde. In jenen 31 Jahren zwischen 1914 und 1945 spielte sich nicht nur die Tragödie der beiden Kriege ab, sondern es war auch die Zeit der Diktaturen, die zum Untergang der Demokratie, des Parlamentarismus, der Freiheit und des Pluralismus führte. Über diese Geschehnisse reflektierten die Gründungsväter Europas, Spinelli, De Gasperi, Adenauer, Spaak und Schumann. Es folgte die Errichtung des gemeinsamen europäischen Hauses. Gewiss, das europäische Haus ist noch nicht perfekt. Sehr vieles gilt es noch zu verbessern: angefangen von der Miteinbeziehung der öffentlichen Meinung in den Integrationsprozess, bis zu den institutionellen Veränderungen, die notwendig sind, um ein ständig wachsendes und immer heterogeneres Gebäude zu stützen. Angefangen bei einem koordinierten Umgang mit den Einwanderungsströmen bis hin zu einer gemeinsamen Außen- und Sicherheitspolitik, so dass Europa strategisch an Bedeutung gewinnt und international eine klare und anerkannte Rolle spielt. Es gilt noch vieles zu verbessern, dennoch können wir stolz sein auf das, was wir bis jetzt erreicht haben. Allein durch die Europäische Union haben wir offene Grenzen, bessere Bedingungen an unseren Arbeitsplätzen, einfacheres Reisen, günstigeres Telefonieren, weniger Luftverschmutzung, kontrollierte Lebensmittel, sicheres Spielzeug. Und vor allem: Dank der europäischen Institutionen sind wir seit vielen Jahrhunderten die erste Generation, die nicht am eigenen Leib Schmerzen und Zerstörung durch Krieg erleben müssen. Für uns ist das schon ganz selbstverständlich, aber das ist es nicht. Für unsere Eltern und Großeltern war es keine Selbstverständlichkeit, und für viele Völker in unserer Nähe ist es heute noch nicht so. Am 1. Juli begann das Halbjahr der italienischen Ratspräsidentschaft in der EU. Denjenigen, die Italien vorwerfen, sich von den europäischen Idealen entfernt zu haben, wird Italien beweisen, dass es erneut zu den überzeugten Vertretern der europäischen Integration gehört. Zusammen mit unseren deutschen und ausländischen Freunden möchten wir Italiener, die hier in Bayern leben, in diesem Fest zeigen, dass wir wirklich an den europäischen Traum glauben. Wir fühlen uns als Europäer, und wir möchten ein vereintes Europa schaffen. Wir Italiener in Deutschland fühlen uns als Vertreter von zwei Ländern, die nach der Niederlage und Zerstörung durch den zweiten Weltkrieg ihr Engagement für ein gemeinsames Europa auch in Sinne einer Wiedergutmachung verstehen. Daher waren beide Länder von Anfang an überzeugte Vertreter des europäischen Gedankens. An dieser Stelle möchte ich allen danken, die uns dieses Fest ermöglicht haben: Öffentliche Einrichtungen, Behörden, Verbände, einzelne Bürger, die diese Initiative im Geiste der Freundschaft und der deutsch-italienischen sowie der europäischen Verbrüderung unterstützt haben. Ich wünsche allen zwei schöne und interessante Tage. Und vor allem wünsche ich uns allen, dass Europa auf dem Weg der Integration, der Entwicklung und des Friedens mit Überzeugung und Weitsicht schneller voranschreitet. Danke.
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Gentile Sindaco della città di Monaco di Baviera, signor Dieter Reiter
Il 28 luglio di 100 anni fa, con la dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria alla Serbia, iniziava il primo conflitto mondiale. Una guerra che avrebbe significato il suicidio dell'Europa, che da continente egemone e padrone del mondo si sarebbe ritrovata 31 anni dopo - al termine della seconda guerra mondiale - ai margini della scena internazionale, ormai dominata dalle due superpotenze americana e sovietica. Un trentennio - quello tra il 1914 e il 1945 - che fu caratterizzato non solo dalla tragedia delle guerre, ma anche da quella delle dittature, e cioè della sconfitta della democrazia, del parlamentarismo, della libertà, del pluralismo. Su queste sconfitte meditarono i padri fondatori dell'Europa, Spinelli, De Gasperi, Adenauer, Spaak, Schumann. E la reazione fu la costruzione della casa comune europea. Certo, quella europea è una costruzione ancora imperfetta. Molto c'è ancora da migliorare: dal coinvolgimento dell'opinione pubblica nel processo d'integrazione, alle modifiche istituzionali indispensabili per sorreggere un edificio di crescente estensione ed eterogeneità; da una gestione coordinata dell'immigrazione ad una politica estera e di sicurezza comune che dia all'Europa una dimensione strategica ed un ruolo internazionale chiaro e riconosciuto. Molto c'è ancora da migliorare, ma possiamo essere orgogliosi di quanto siamo stati capaci di ottenere finora: è grazie all'Unione se abbiamo frontiere aperte, luoghi di lavoro migliori, viaggi più semplici, telefonate meno care, aria meno inquinata, alimenti controllati, giocattoli sicuri. E - innanzitutto - è grazie alle istituzioni europee se in questa parte del mondo le nostre sono le prime generazioni da molti secoli che vivono senza sperimentare sulla propria pelle i dolori e le distruzioni della guerra. A noi sembra ormai una cosa scontata, ma non è cosė. Non lo è stato per i nostri genitori o nonni, non lo è ancora per molti popoli a noi vicini. Il 1 luglio è iniziato il semestre della presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea . A chi lamentava un allontanamento dagli ideali europeisti, l'Italia saprà dimostrare di essere ritornata ad essere uno dei più convinti sostenitori dell'integrazione europea. Da parte nostra, noi italiani in Baviera, assieme ai nostri amici tedeschi e delle altre nazionalità che qui vivono, anche attraverso questa festa vogliamo mostrare che crediamo davvero al sogno europeo, che ci sentiamo europei, che vogliamo costruire l'Europa unita. Noi italiani di Germania ci sentiamo espressione di due Paesi che - usciti sconfitti e devastati dal secondo conflitto mondiale - hanno fatto del progetto europeo anche un motivo di riscatto e per questo ne sono stati fin dall'inizio fra i più convinti e conseguenti sostenitori. Voglio qui ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo evento: istituzioni, enti, associazioni, singoli cittadini che hanno sostenuto l'iniziativa nello spirito dell'amicizia, della fratellanza italotedesca ed europea. A tutti auguro due giornate piacevoli ed interessanti. E soprattutto auguro a tutti noi che l'Europa acceleri con convinzione e lungimiranza sul cammino dell'integrazione, dello sviluppo e della pace. Grazie. |