Monaco di Baviera, 01.11.2013

Il discorso del presidente del Comites alla cerimonia del 1 novembre

Trasmettiamo il discorso del presidente del Comites di Monaco di Baviera alla cerimonia del 1 novembre al Cimitero Militare italiano del Waldfriedhof, organizzata dal Consolato Generale e dal Comites.

Claudio Cumani, presidente del Comites di Monaco di Baviera

 

Gentile Ministro Scammacca,
Gentile Direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura, dott.ssa Gruber
Caro Presidente del Comites di Norimberga, Ardizzone
Gentile Generale Ciardelli e tutti i rappresentanti delle FF.AA. e delle associazioni d'arma
Caro Padre Parolin e tutti i rappresentanti della Missione Cattolica Italiana di Monaco
Care e cari connazionali,

"La vita pu ò essere compresa solo guardando indietro, ma va vissuta guardando avanti" scriveva il filosofo danese Søren Kierkegaard.

Questo pensiero è particolarmente attuale qui, mentre ricordiamo coloro che non ci sono più, i nostri defunti ed i caduti di tutte le guerre, e insieme celebriamo la giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.

Un'occasione per rivedere l'anno appena trascorso, quindi, sia da un punto di vista personale, familiare - ripensando ai nostri cari ed a quanti ci hanno preceduto nel passo che attende tutti - sia dal punto di vista dei nostri paesi - l'Italia, la Germania, l'Europa, ma direi anche il mondo intero - della loro situazione economica e politica, del loro impegno internazionale. E proprio pensando a questo impegno saluto i rappresentanti delle Forze Armate qui presenti e in modo particolare i nostri connazionali in divisa impegnati col rischio della vita in importanti missioni di pace in tutto il mondo. Ed assieme ad essi voglio qui ricordare anche tutti gli altri "corpi di pace", sia professionali che volontari (del servizio civile, dei vigili del fuoco, e così via) che ovunque si impegnano a favore e beneficio delle collettività.

Compiere il proprio dovere, svolgere bene i propri compiti, impegnarsi disinteressatamente per la comunità: sembrano parole e concetti del passato, ormai fuori moda, eppure i miti del denaro e del successo facile che dominano la nostra società ci lasciano irrequieti, non scaldano i nostri cuori, non sono capaci di dare risposte vere e profonde ai nostri dubbi, alle nostre paure, alle domande più intime e profonde che portiamo dentro.

Noi siamo fortunati. Siamo fortunati di vivere in un luogo ed in un tempo storico (l'Europa occidentale del secondo dopoguerra) nel quale alcune generazioni di seguito hanno potuto vivere nella pace e nello sviluppo. Non è una condizione scontata né comune, nella storia umana. A poca distanza da noi - nei Balcani - la guerra è stata di casa fino a ieri. Sull'altra sponda del Mediterraneo si combatte ancora. Gli ultimi del mondo bussano alle nostre porte (e Lampedusa è solo un episodio).

Eppure troppo spesso dimentichiamo tutto questo. Cadiamo nel tranello di chi ci vuole avidi consumatori (di abiti alla moda, dell'ultimo modello di auto o telefonini, di programmi televisivi, ...) e ci ritroviamo alla fine soli.

Ma noi non siamo soli. Non lo siamo se nelle nostre relazioni con gli altri recuperiamo il senso del nostro essere. Perché nella solidarietà e nella condivisione è la nostra crescita, negli altri ci rispecchiamo e troviamo il senso della nostra vita.

Gli altri. A partire dai nostri ragazzi, che non dobbiamo lasciare soli nel loro impegno scolastico e nella loro formazione professionale, se vogliamo prepararli ad una esistenza dignitosa e ricca di soddisfazioni. I nostri adulti alle prese con i problemi del lavoro e della famiglia. I nostri anziani, troppo spesso male sopportati o persino abbandonati. Ed i connazionali che tornano ad emigrare e sempre più numerosi arrivano anche qui, a Monaco ed in Baviera.

Gli altri. In essi è il nostro riscatto. Di fronte al nostro smarrimento reagiamo riaffermando il valore della comunità, il valore della solidarietà, il valore della partecipazione.

Domani, alle ore 11:00, sul colle del Leitenberg a Dachau il Cardinale di Monaco Reinhard Marx e l'Arcivescovo di Trento Luigi Bressan celebreranno i 50 anni della Cappella Italiana eretta a ricordo dei caduti italiani in tutti i campi di concentramento nazisti: chi pu ò, partecipi a questo evento che raccoglierà italiani e tedeschi nell'impegno di un mondo più giusto e solidale.

Ma soprattutto prepariamoci agli importanti appuntamenti che ci attendono il prossimo anno: le elezioni amministrative bavaresi del 16 marzo, le elezioni europee del 25 maggio, le elezioni dei Comites (e speriamo che queste ultime non vengano ancora rinviate!). Partecipiamo a questi appuntamenti: non importa per chi, ma andiamo a votare numerosi, perché dal livello della nostra partecipazione dipenderà la nostra forza, la nostra credibilità, la possibilità di essere ascoltati dalle autorità tedesche ed italiane.

Partecipiamo ed impegnamoci, nella vita politica, culturale, sociale, nei circoli e nelle associazioni locali, anche in quelle tedesche. Usiamo la possibilità della doppia cittadinanza. Diventiamo cittadini a pieno titolo ed insegnamo ai nostri figli ad esserlo.

"La vita pu ò essere compresa solo guardando indietro, ma va vissuta guardando avanti". Ripartiamo quindi dalla nostra storia, da chi ci ha preceduto, e impegnamoci ogni giorno - nel nostro piccolo - a costruire insieme un mondo migliore da consegnare a chi ci seguirà.

Grazie.