Monaco di Baviera, 01.11.2011

Discorso del Presidente del Comites alla cerimonia commemorativa del 1 novembre al Waldfriedhof

Claudio Cumani, Presidente del Comites di Monaco di Baviera

 

Gentile Ministro, gentili autorità, signore e signori,

come ogni anno, ci ritroviamo qui uniti per una molteplice celebrazione: per ricordare i nostri defunti ed i caduti di tutte le guerre e per festeggiare la giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.

E quest'anno è per la prima volta con noi il Ministro Filippo Scammacca del Murgo e dell'Agnone, al quale rivolgo il saluto di tutta la comunità, nella convinzione che il nostro sarà un cammino di collaborazione ed impegno comune a favore degli italiani che vivono in Baviera.

Così come saluto i rappresentanti delle Forze Armate qui presenti: oggi è anche la loro giornata ed un pensiero va ai nostri connazionali in divisa impegnati col rischio della vita in importanti missioni di pace in tutto il mondo. Ed assieme ad essi voglio qui ricordare anche tutti gli altri “corpi di pace”, sia professionali che volontari (del servizio civile, dei vigili del fuoco, e così via) che ovunque si impegnano a favore e beneficio delle collettività.

Non sono giorni facili, per noi, i nostri paesi, il mondo intero. La crisi economica ed i suoi frutti velenosi – primo fra tutti la disoccupazione – sono sulle pagine dei giornali e seminano insicurezza e paura.

Ma proprio per questo è importante ritrovarci qui, oggi.

Per stare accanto ai nostri cari che non ci sono più, cercando nei ricordi e nei sentimenti che ci legano a loro il senso del nostro stare in questo mondo e la forza per affrontare le avversità.

Ma anche per stare almeno per un momento tutti insieme, e riaffermare così il senso della comunità e della solidarietà, unico antidoto alla paura ed alla solitudine cui rischia di condannarci questo mondo, in cui la sola cosa importante sembra sia la corsa per il denaro e il successo.

Una comunità unita, come unito è il nostro Paese d'origine, l'Italia, che quest'anno compie 150 anni e che proprio grazie alla sua unità è potuto crescere e prosperare.

Come ha detto il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - infatti - non si può negare o anche solo dimenticare “il salto di qualità che l'Italia tutta, unendosi, fece verso l'ingresso a vele spiegate nell'Europa moderna”. Senza quell'atto fondativo di 150 anni fa saremmo tutti più poveri, più soli, più deboli. Certo, l'Italia deve e può risolvere i suoi problemi, deve e può (e cito ancora il Presidente) “nel medio e lungo periodo crescere di più e meglio, ma può riuscirvi solo se crescerà insieme”.

E questo crescere insieme si traduce anche per noi in tante consapevolezze importanti.

Prima fra tutte – lo so, lo ripeto ogni anno, ma non vogliatemene – quella dell'importanza dell'educazione dei nostri ragazzi, che devono essere seguiti ed aiutati negli studi, pena la loro esclusione futura.

Ma poi anche la consapevolezza che viviamo in questa società e che dobbiamo partecipare alla sua vita culturale, sociale, politica. Cogliamo tutte le occasioni per essere cittadini sempre più partecipi ed attivi anche qui, nel paese in cui viviamo. Sfruttiamo la possibilità della doppia cittadinanza. Diventiamo cittadini a pieno titolo, ed attraverso la partecipazione rafforziamo la voce della comunità italiana nella società locale. Per noi stessi, ma anche per i nostri concittadini più deboli, con minor mezzi o in difficoltà. Perché l'integrazione passa necessariamente attraverso la partecipazione attiva, il rendersi interlocutori partecipi, credibili e quindi ascoltati

L'anno prossimo dovrebbero esserci le elezioni per il rinnovo del Comites (se il Governo non deciderà di rinviarle nuovamente). Io mi auguro non solo una alta affluenza al voto, ma invito soprattutto i più giovani a farsi avanti, a partecipare alla formazione delle liste e dei programmi, perché c'è bisogno delle loro energie e delle loro idee, perché anche nei comitati di rappresentanza c'è bisogno di aria fresca ed innovativa: è ora che una nuova generazione raccolga la bandiera dell'impegno e della proposta dalle mani delle generazioni che li hanno preceduti! Altrimenti gli organismi democratici si svuoteranno di significato e si spegneranno, ma allora tutti noi verremo privati di alcuni dei pochi strumenti che abbiamo per fare sentire la nostra voce.

Io auguro a tutti noi che momenti come quello che stiamo vivendo non si concludano con la fine della cerimonia.

Io auguro a tutti noi che lo spirito di unità e responsabilità collettiva che ci unisce ora resti con noi anche nella vita quotidiana.

Io auguro a tutti noi un anno di serenità, di solidarietà, di partecipazione.

Grazie.