Contatto, Periodico della Missione Cattolica Italiana di Monaco di Baviera, n.5, Novembre-Dicembre 2007

Dossier emigrazione

Nationaler Integrationsplan

L'impegno del Governo Federale nella definizione di nuove politiche per l'integrazione degli immigrati

Claudio Cumani

 

La pubblicazione del Nationaler Integrationsplan avvenuta a luglio ha segnato una significativa tappa dell'impegno del Governo federale nella definizione di nuove politiche per l'integrazione degli immigrati in Germania. Alla pubblicazione di quel documento generale (che raccoglie il frutto di sei mesi di lavoro comune di Governo, enti locali, associazioni dei migranti, rappresentanze religiose, sindacali, professionali, ecc.) sono seguite in questi mesi numerose conferenze che hanno cercato di focalizzare l'attenzione su temi più precisi e circoscritti (formazione professionale, sport, ecc.). Una di queste si è tenuta a Berlino, il 16 e 17 ottobre, sul tema della cooperazione fra pubblico e privato nell'educazione a favore dell'integrazione (Integration durch Bildung im 21. Jahrhundert: eine Herausforderung für Public-Private-Partnerships).

La conferenza ha visto la partecipazione di numerosi esperti e rappresentanti politici di altissimo livello, tra gli altri: la Cancelliera Angela Merkel, il Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, il fondatore di Microsoft Bill Gates, il finanziere Georg Soros, ministri, professori ed esperti da tutto il mondo, con speciale attenzione alle esperienze di Australia, Canada e Svezia. Dall'Italia sono arrivati i responsabili di alcune delle Fondazioni culturali che oggi sono tra le maggiori d'Europa.

E' impossibile riassumere in poche righe l'enorme mole di informazioni, idee e progetti presentati e discussi nelle due intense giornate di lavoro, mi limito quindi a dare due spunti interessanti.

  1. Gli studi condotti sulla scuola svedese (uno dei paesi in cui l'integrazione scolastica degli immigrati ha raggiunto i maggiori successi) mostrano che l'andamento scolastico non varia solo fra ragazzi migranti e no, ma che la differenza di sesso è altrettanto importante: le ragazze delle famiglie svedesi sono il gruppo con il maggiore successo scolastico, seguite dalle ragazze delle famiglie immigrate, seguite dai ragazzi delle famiglie svedesi e - per ultimi - dai ragazzi delle famiglie immigrate. Ed anche il livello sociale gioca un ruolo non secondario: i ragazzi delle famiglie più povere sono spesso anche quelli che vanno peggio a scuola.

  2. Diversi paesi (Canada, Portogallo) hanno avviato con successo progetti per "recuperare" professionalmente immigrati qualificati (medici, paramedici) che lavoravano in mansioni completamente diverse poiché la loro qualifica non era riconosciuta ("Nella mia città può capitare di essere portati all'ospedale in un taxi guidato da un immigrato che si è laureato in medicina nel suo paese d'origine, e poi dover attendere ore perché non si trovano medici disponibili" è stato detto). In questo modo è stato reperito personale qualificato che scarseggia e si sono liberati posti di lavoro meno qualificati per persone prive di formazione professionale.

Scuola e formazione professionale sono ovunque i due nodi con i quali devono confrontarsi tutte le politiche dell'immigrazione. Anche in Germania, dove già oggi un bambino su tre sotto i 5 anni ha una famiglia con una qualche esperienza di immigrazione. Speriamo che le idee ed i progetti discussi in conferenze di alto livello come questa riescano a trovare la strada per raggiungere e modificare anche quel livello locale in cui noi operiamo e dove le abitudini, i pregiudizi, la burocrazia spesso sembrano prevalere e soffocare ogni idea di integrazione.